Feng Shui: crederci o non crederci, questo è il dilemma

Quante volte mi è capitato di sentirmi dire “ah io non ci credo al Feng Shui!”. Immaginate che in questo momento lì con voi ci sia una persona non vedente, che asserisca con decisione “ah io non ci credo che esistano i colori”. Cosa gli rispondereste? Forse lo stesso che dico a chi ‘non crede’ nel Feng Shui: il fatto che la tua percezione o esperienza sia limitata non significa che ciò che non sei allenato a percepire ed esperire non esista.
‘Io non ci credo’ più spesso significa ‘ancora non mi sono regalato lo spazio-tempo per provare’, non ho ancora permesso alle sensazioni di diventare percezioni, a queste di diventare conoscenza, che infine  diventa coscienza, cioè quel sapere profondo che si è fatto cellule e carne a partire dall’esperienza. È la stessa differenza che corre fra fare l’amore e sentire qualcuno che racconta di averlo fatto: finchè sto al racconto posso ‘crederci o non crederci’, è quando lo faccio che finalmente so di cosa si parla!
Ora, di cosa stiamo parlando? Dell’effetto che lo spazio che ci circonda e delle persone che lo abitano
hanno su di noi, nel micro (casa, ufficio, familiari, colleghi, clienti, amici) e nel macro (paese, città, nazione, caratteristiche generali della popolazione). E del fatto che al di là delle opinioni questi effetti hanno una base scientifica consolidata. Sto già sentendo le proteste dei difensori della scienza galileiana occidentale: “è per caso stato provato che l’effetto di certe forme o certe mancanze nelle abitazioni o certi eccessi o carenze nella carta di nascita di qualcuno sia costante, ripetibile e perciò scientifico?”. Vi rispondo da scienziato (sono genetista con 10 anni di ricerca al mio attivo): è stata forse creata qualche teoria matematica a cui è seguita la creazione di un’opportuna macchina che possa adeguatamente campionare e valutare quanto sopra? No, la scienza occidentale non ha ancora sviluppato i suoi strumenti che servirebbero a dimostrare se i principi del Feng Shui sono scientifici oppure no secondo i suoi parametri. Perché i parametri del Feng Shui non hanno bisogno di macchine o algoritmi o statistiche complesse: sono ‘evidence based’, come si dice in una buona parte della scienza medica, basati sull’evidenza del fatto che da migliaia di anni si osserva che certi pattern esitano sempre nella medesima manifestazione.

I pattern si compongono di Forme e di energia, le prime visibili, la seconda apparentemente non visibile ma decisamente manifesta per chi sa percepire e campionare: una persona col colorito giallastro mostra una sofferenza di fegato, una famiglia ‘sfilacciata’ e senza coesione mostra una
carenza nel Trigramma della Madre o una separazione del maschile e femminile della casa, una persona testarda e che non sopporta l’autorità mostra eccesso di elemento Legno e assenza di elemento Metallo, uno staff di lavoro in cui il capo non riesce a farsi rispettare manifesta carenza nel Trigramma riflesso sulla testa e sul capo, e forse anche una non corretta distribuzione delle posizioni delle scrivanie in ufficio. E potrei continuare con una infinita serie di esempi.

Regalatevi una stanza interiore in più, aprite la porta sulle vostre percezioni ed entrate nell’ascolto del vostro spazio e di coloro che lo abitano, fate un elenco soprattutto delle situazioni della vostra vita che sembrano ripetersi con insistenza e che vi creano dolore, disagio, senso di soffocamento, limite, impedimento. E’ nei loro rappresentanti simbolici, manifestati intorno a voi e dentro di voi nello spazio e nel tempo, che sta il problema e automaticamente la soluzione. Regalatevi soluzioni!

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